Conclusioni
Prestazioni |
Buone le prestazioni dell’ASUS nei videogames, visto che non è il suo terreno migliore. Utile è il mirino e discrete sono le regolazioni dell’overdrive TraceFree. La risoluzione 4K a 60Hz chiede però un paio di schede video. |
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Qualità |
Buono è il response di fabbrica, con un valore del gamma eccellente. Con la calibrazione migliora la fedeltà cromatica e il monitor può essere utilizzato per qualsiasi uso. Il nostro esemplare non ha però una buona uniformità. |
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Ergonomia |
Sei ingressi video, connessioni audio (posteriori e quindi non comodissime), speaker integrati e regolazioni ergonomiche soddisfacenti. Ma l’hub USB dov’è? |
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Prezzo |
Gli 800 euro richiesti inizialmente sono scesi a poco più 700 euro online. L’UltraHD di qualità si fa pagare, ma il costo, comparato anche alla concorrenza, è ancora piuttosto alto. |
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Complessivo |
Il “nuovo” standard 4K risponde all’esigenza del multitasking e dell’alta definizione: Ultra HD vi dice nulla? Tanti, tantissimi pixel in una superficie media si traducono in una densità piuttosto alta e la percezione della dimensione del pixel viene meno. In teoria c’è lo spazio di lavoro che si dovrebbe avere con quattro monitor da 1920x1080, ma se non avete a portata di mano un binocolo per vedere dove si sta cliccando, magari conviene lasciare le impostazioni DPI che Windows imposta automaticamente; nessuno vi vieta di modificarli e avere proprio l’area di lavoro quadrupla del Full HD, ma abbiamo visto come un utilizzo del genere possa risultare piuttosto scomodo e magari stancante anche nel breve periodo. Il nostro obiettivo è farvi sapere cosa potete fare, poi starà a voi scegliere come utilizzare e gestire una così alta risoluzione.
L’ASUS PB279Q può praticamente fare qualsiasi cosa. Lato multitasking polivalente, come ampiamente discusso, qualità grafica piuttosto buona con una curva gamma eccellente e fedeltà prossima a un Delta-E pari a 1, lo rendono un prodotto ideale per i professionisti che lavorano con copertura gamut sRGB. La griglia e i vari formati tipici dei monitor ProArt della serie ASUS, forniscono un buon valore aggiunto. Buona è l’ergonomia e comodissime sono le sei porte video, dalle quali potremmo averne riprodotte a schermo ben quattro con la funzione PbP e senza restrizioni. Rimane un po’ scomodo l’accesso all’uscita jack audio per le cuffie visto il posizionamento posteriore, ma più che altro non si può non dotare un monitor di tale fascia e settore di un hub USB con almeno un paio di porte in standard 3.0. Non è un prodotto nato per far cascare la mascella ai videogiocatori come fece il ROG PG278Q, anche se presenta l’utile feature GamePlus, ma le prestazioni non deludono affatto. L’overdrive TraceFree agisce in modo convincente senza esagerare e grazie ai vari setting si potrà scegliere quello che più si preferisce. Uno dei punti dove il monitor non eccelle, vista la tipologia, riguarda la visione di film. Questi devono per forza di cose subire un upscaling, ma non apprezziamo un’importante perdita di qualità, anche perché in questo caso difficilmente si avrà il monitor a meno di un metro, anzi. Il nostro esemplare, manifestando un’uniformità non invidiabile, presenta alcuni fasci luminosi agli angoli e data la presenza delle barre nere per il differente formato, questi possono dare un po’ fastidio. D’altra parte la buona riproduzione del pannello e gli angoli di visione non ristretti non pregiudicano una buona serata con un bel film.
Il monitor ha debuttato verso fine ottobre / prima parte di novembre al prezzo consigliato di 799 euro. Il mercato aiuta a rendere più competitivo il prezzo, ma la concorrenza riesce a fare meglio e l’ASUS PB279Q, per giocare sullo stesso piano, dovrebbe subire un deprezzamento di quasi 200 euro.
Pro
- ottimo all-around
- tanto spazio da poter gestire
- sei ingressi video
- buona riproduzione
Contro
- assenza di porte USB
- uniformità
- prezzo elevato
Si ringrazia ASUS per il sample fornito.
Andrea Fanfani
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